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Nel presente la rotta verso il luogo
    ideale, la direzione di ogni"andare"
    prende la forma dell'atopia.
Che cosa resta allora se non lo
    spostamento continuo?
    Non si tratta di far ricorso all'
    andare doloroso dell'esilio perché
    la nostalgia viene azzerata
    concettualmente dal momento
    che non è più data la possibilità
    di un ritorno.
Negli interventi pittorici di
    Cartaginese, il disfacimento di
    una concezione deterministica
    del flusso cronologico, porta al
    mantenimento, nell'ambito di
    una dichiarata mobilità spazio-
    temporale, di alcuni luoghi deputati
    dell'immaginario occidentale,
    di cui viene sottolineata la
    ripetibilità ma non l'emblematicità.
Nella carta,nella tela,nei legni
    si accendono le immagini-chia-
    ve,le forme archetipe che non
    subiscono un destino di dissol-
    vimento con la semplice nega-
    zione della vicenda storica:
    sono i materiali che non su-
    biscono erosioni e consumo
    imponendosi come elementi di
    verifica ma non di spiegazione.
    Sono quelle di Cartaginese le
    immagini che restituiscono luo-
    ghi,eventi,residui figurali ripes-
    cati dalla coscienza collettiva di
    un inquieto Occidente,con inva-
    rianze di tipo mitico ma anche
    con le potenzialità di centri at-
    trattivi per altre realtà formali.
    Il ciclope, il fondatore di città
    con l'affermazione perentoria
    della stanzialità, lo strumento
    primo di ogni originaria parten-
    za,Romolo-remo,l'uomo inghiot-
    tito o protetto dal ventre del
    grande pesce abissale,spazio di
    situazioni embrionali e poten-
    zialità di ogni crescita e di ogni
    metamorfosi Giona-Pinocchio.
Come se fosse giunto ad un es-
    perienza estrema,ad una fase
    di eccedenza,di incontenibile
    acmulo,il nomade si scopre au-
    tore,quasi obbligato da una si-
    tuazione limite del sistema dei
    segni-feticcio di un immaginario
    giunto al punto di saturazione,
    nell' incontro con il repertorio
    iconico di altre culture.
    Si può anche affermare che la
    stessa attivazione di dispositivi
    di seduzione visiva risulta del
    tutto involontaria:ciò che viene
    esibito, se non si resenta come
    mero accadimento, pretende
    comunque la definizione di un
    oggetto assoluto, offerto ad una
    pura contemplazione.
    Icontenuti e le forme di questa
    operazione estetica si collocano
    a metà strada tra il materiale di
    raccolta e il bagaglio inevitabile
    per il protagonista di una nomadica
    esperienza che non vuole pronunciare
    giudizi definitivi sulle cose.
E'l'impatto con l'Alterità, con
    altre forme e figure a funzionare
    come area sorgiva per questa
    pittura che rifiuta l'operazione di
    omologazione,per proporre invece
    l'accostamento, fra materiali che
    insistono sulla incommensurabilità.
    L'esito di un tale intervento non
    è affatto scontato: si incontrano in
    forma inedita segni e colori capaci
    di realizzare innatese empatie.
    In gioco c'è l'individuazione,
    per altro enunciata nell'ambito
    del pensiero filosofico,di una
    nuova dimensione antropologica;
    a tal proposito si può segnalare
    l'opera che meglio di altre rivela
    le linee di tale concezione:
    è il ritratto disegnato con gli
    elementi di un uomo- carta geografica,
    un uomo mappamondo risultato di una
    costruzionecon elementi residuali,
    l'esito,nonprevisto,di erranza e meticciato.
Testo critico tratto da : "Massimo Cartaginese 
    :
    l' esito di erranza e meticciato " di A. Luccarini
    Assessore alla cultura al comune di Ancona .